storia

Un po' di storia

I legionari cecoslovacchi giustiziati sul fronte del Piave

Nella prima Guerra mondiale, la legione cecoslovacca era formata dai prigionieri di nazionalità ceca e slovacca catturati sul fronte italiano.

Altre legioni già esistevano in Francia e Russia e tutte avevano il comune obiettivo di preparare un esercito nazionale. Rivendicavano un proprio stato nazionale, ma l'Austria li considerava dei traditori e quando cadevano nelle mani dell'esercito austro-ungarico venivano irrimediabilmente giustiziati.

I cechi giustiziati per alto tradimento, nel mese di giugno 1918 lungo il Piave furono sedici e tutti sono ricordati con una uguale targa, murata in un edificio prossimo al punto delle esecuzioni, in ceco e in italiano:

«In questo luogo furono impiccati

dagli austro-ungheresi i legionari cecoslovacchi

catturati combattendo a fianco

dell' esercito italiano

per la libertà della loro patria».

Durante l’anno della Prima Guerra Mondiale combattuto nel Basso Piave, la “Battaglia del Solstizio” (giugno 1918) ebbe un’importanza fondamentale per le sorti belliche. Il 19 giugno 1918 si ebbe la massima espansione del fronte a favore degli austro-ungarici nel Basso Piave.

La Boemia, già facente parte dell’Impero asburgico, con la progressiva perdita di potere dell’Austria, stava preparando la sua indipendenza, che conquistò negli ultimi mesi del 1918 con il nome di Cecoslovacchia. Nel 1915 Cechi e Slovacchi avevano firmato un accordo di collaborazione che portò alla formazione di uno stato federale, riconosciuto per primo dalla Francia il 29 giugno 1918, pochi giorni dopo la Battaglia del Solstizio sul fronte italiano.

Tra il 19 ed il 20 giugno, a Losson, fecero il loro esordio in battaglia i soldati boemi (cecoslovacchi) a supporto degli italiani. Alcuni di essi vennero catturati a Fossalta di Piave dagli austro-ungarici e, dopo un sommario processo, con l’accusa di tradimento vennero portati a Calvecchia di San Donà per essere impiccati su alberi di ippocastano e pioppo.

Nella terribile logica della guerra, la posizione delle forche, lungo la Strada Triestina, fu scelta appositamente affinché i corpi, rimasti appesi per alcuni giorni con cartelli di scherno, fossero di monito contro eventuali “ripensamenti” dei combattenti che si recavano di rincalzo sul vicino fronte del Piave. Sul luogo dell’eccidio furono in seguito poste due lapidi bronzee scritte nelle lingue italiana e ceca.